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La rinascita della chitarra nel ‘900

Prima di affrontare l’argomento della chitarra nel ‘900, è bene ricordare che nella seconda metà dell’800 c’è stato un certo decadimento dell’interesse per la chitarra, dovuta al mutamento delle tendenze dell’estetica musicale, in quanto questo strumento, prerogativa quasi esclusiva del chitarrista compositore, era considerata adatta a esprimere solo l’aspetto più intimo e nostalgico del compositore.

Tendenze musicali nel XX secolo

Con l’affacciarsi del XX secolo si assiste a una inversione di tendenza storico-musicale: i compositori sono sempre più affascinati da parametri musicali quali timbrica e colore strumentale, e vanno sperimentando nuove possibilità armoniche in un percorso comunicativo di ricerca personale. Nel gusto musicale si va realizzando un’attitudine nuova, in cui le grandi sonorità dell’orchestra romantica lasciano uno spiraglio ai climi sonori della piccola orchestra, alle atmosfere rarefatte dell’arte di Debussy, e la quantità e la massa sonora cedono gradualmente il passo al dettaglio, al “particolarismo fonico”, alla ricerca di nuove dimensioni del colore strumentale.

La chitarra nel ‘900

La chitarra risponde bene a questa esigenza e torna di nuovo a essere uno strumento di grande interesse e fascino perché peculiarmente adatta alla “musica moderna”, sia per la sua delicata sonorità, ora non più sentita come limite ma come fisicità dello strumento, sia per la sua caratteristica accordatura per quarte, elemento di grande duttilità compositiva nell’ambito melodico e armonico.

I compositori non chitarristi e la chitarra

Per la chitarra la novità principale consiste nell’interesse che mostrano ad essa autori non chitarristi, più consapevoli di poter utilizzare uno strumento ricco di possibilità espressive, legate alle sue caratteristiche intrinseche e che finalmente afferma la sua identità senza cercare di adeguarsi ad altri modelli strumentali.

L’Hommage a Debussy di de Falla

La definitiva conferma avviene nel 1920, quando Henry Prunières, allora direttore della famosa “Revue Musicale”, invita i maggiori autori del momento a scrivere un articolo o un brano in omaggio a Debussy; vi partecipano Ravel, Stravinskij, Bartók, Satie, Malipiero, Roussel, Dukas, Schmitt e de Falla. È in questa occasione che quest’ultimo, per commemorare il grande maestro francese, sceglie come strumento ideale proprio la chitarra, e scrive una pietra miliare del nuovo repertorio moderno: Hommage, Pièce de guitare écrite pour Le tombeau de Claude Debussy. Non è un caso quindi che de Falla è stato uno dei primi compositori non chitarrista nel ‘900 a donare un capolavoro alla chitarra, dimostrando che essa può esprimere un contenuto musicale e artistico complesso al pari di altri strumenti1.

Andrés Segovia

Da de Falla in poi, la chitarra è divenuta un mezzo comune di espressione per tutti i compositori, indipendentemente dal loro grado di conoscenza diretta dello strumento, per questo l’Hommage rappresenta un punto di demarcazione tra il prima e il dopo. In tale periodo la figura artistica di Andrés Segovia, vissuto in un momento sicuramente importante per lo sviluppo del repertorio chitarristico, si presta più di chiunque altro ad approfondire un contesto tanto significativo per comprendere le dinamiche e le attrazioni che nascono tra un compositore, l’esecutore e lo strumento.

Andrés Segovia

E proprio dal rapporto di stretta collaborazione tra lui e alcuni compositori (Heitor Villa-Lobos, Federico Moreno Torroba, Alexandre Tansman, Joaquìn Turina, Federico Mompou, Mario Castelnuovo-Tedesco, Manuel Maria Ponce e, in parte, Joaquin Rodrigo) sono nate bellissime pagine della letteratura chitarristica; un contributo importante per l’arricchimento del repertorio e per la crescita dello strumento sotto il profilo didattico e del linguaggio specifico, e che ne hanno connotato le linee di appartenenza al mondo del concertismo internazionale.

1 Fino a poco tempo fa si è creduto che de Falla fosse il primo compositore non chitarrista a scrivere un brano per chitarra nel ‘900. Recentemente è stato scoperto un inedito di Ottorino Respighi: si tratta di un manoscritto di un Tema e Variazioni per chitarra che dovrebbe risalire intorno gli anni 1900 e 1909.

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