L’obiettivo di questo articolo è quello di divulgare l’analisi di una sonata per sassofono e pianoforte di musica contemporanea: La sonata per sax alto e pianoforte (Mib) di Paul Hindemith (1943).
Paul Hindemith – Biografia
Nato nel 1895 ad Hanau, in Germania, Hindemith studiò al conservatorio di Francoforte, città in cui fu violinista e direttore d’orchestra all’Opera. Compositore complesso e impegnativo da ascoltare, per i vari contenuti atonali e forme ritmiche. Sentiva la musica come un’urgenza interiore, una quotidiana pratica di maturazione, una questione di esperienza e conoscenza.
I suoi lavori giovanili riprendono il periodo tardo-romantico e si possono accostare all’espressionismo musicale, vicini, nel linguaggio, a quelli di Arnold Schönberg, autore fondamentale per il XX secolo, uno degli esponenti principali della seconda scuola di Vienna, nonché ideatore e promotore della dodecafonia. Il sistema dodecafonico si distacca dalla musica tonale, cioè la musica organizzata attorno ad un suono centrale, “tonica” o ad una tonalità, a cui convergono tutti i legami e le tensioni musicali. Questo nuovo linguaggio musicale rientra dunque nella musica atonale, cioè quella musica composta a partire dai primi anni del Novecento e legata alle avanguardie.
Hindemith fu invece protagonista, negli anni successivi alla Prima guerra mondiale, del movimento della Nuova oggettività, basato sull’idea di recuperare la tonalità, sebbene non nel senso più tradizionale. Si può dunque definire la sua musica “parzialmente tonale”, in quanto utilizza la tonalità in un modo così complesso e spregiudicato da creare continui effetti atonali. In lui rivive quasi involontariamente la concezione eroica del romanticismo tedesco, sotto atteggiamenti estremamente moderni, carichi di originalità.
Hindemith è stato anche accostato al neoclassicismo musicale, quindi in opposizione alle sperimentazioni atonali e dodecafoniche, ponendo lo sguardo ai grandi modelli barocchi e classici, come Bach e Mozart, ma sebbene la sua musica deva molto a questi due autori, il suo stile non rientra totalmente nemmeno in questo movimento, ben distante infatti da un musicista come Igor Stravinskij, capofila del neoclassicismo.
Quando Hindemith divenne professore a Berlino, iniziò a insegnare composizione. Lui aveva sempre ritenuto che la composizione non potesse essere veramente insegnata, ma che si potesse incoraggiare gli studenti nel perseguirla. La città di Berlino, dopo la perdita da parte di Vienna dell’egemonia del mondo culturale, conobbe in questi anni un’eccezionale vitalità in seguito stroncata dall’avvento del nazismo. Il compositore attraversò tutta la crisi del proprio periodo storico, vivendo il travaglio europeo che tra gli anni dieci e quaranta non si interruppe quasi mai. Vi sono infatti storici che considerano questo trentennio una continua “guerra civile europea”, culminata con il nazismo, inizialmente considerato un periodo di ritorno all’ordine, alla normalità.
Impegnato come concertista e studioso di teoria musicale, venne attaccato dal regime nazista perché autore di “musica degenerata”, costretto così a proseguire la propria attività all’estero. Svolse alcune tournée negli Stati Uniti e in varie città europee, stabilendosi in Svizzera. Nel 1940 fu ancora negli Stati Uniti, assumendo la cittadinanza americana e insegnando in diverse università. Finita la guerra tornò in Europa, insegnando a Zurigo a partire dal 1948 e vivendo dal 1953 sul lago di Ginevra. Si spense in Germania, a Francoforte, nel 1963.
Breve introduzione alla sonata
Paul Hindemith ha composto oltre due dozzine di sonate per strumenti solisti e pianoforte, con l’obiettivo di creare delle sonate per i principali strumenti.
La sonata per flicorno contralto e pianoforte fu composta nel 1943, durante la residenza negli Stati Uniti (1940-1953). Compose questa sonata senza commissione, ma come contributo alla sua serie di sonate, è stata completata durante un soggiorno nel Berkshires. La sonata fu pubblicata nel 1956.
Nella partitura vengono elencati anche altri strumenti adatti per l’esecuzione, quindi non solo il flicorno contralto (Althorn in tedesco), ma, anche il corno doppio fa sib o sassofono contralto. Questa flessibilità era probabilmente voluto per favorire la vendita della sonata.
Il flicorno contralto è uno strumento a fiato che fa parte degli aerofoni e della sottofamiglia degli ottoni con canneggio conico valvolato, sembra una versione ridotta di un eufonio. È uno strumento intonato in mib e viene utilizzato tipicamente nelle bande. In realtà il flicorno contralto in Mib è poco utilizzato in Italia ma molto usato all’estero, ad esempio nelle “brass band” anglosassoni. In Gran Bretagna sono anche utilizzati nelle banda di ottoni.
Sonata per sax alto in Mib e pianoforte
Una composizione unica e significativa, la Sonata per sax alto e pianoforte di Paul Hindemith che contiene diversi enigmi e anomalie: i dettagli sulla prima rimangono sconosciuti.
È stato scritto originariamente per il flicorno contralto in mib, uno strumento per banda di fine Ottocento e inizio Novecento, ma non viene quasi mai eseguito su tale strumento. Hindemith compose le sue sonate strumentali come esercizi di composizione, per gli strumenti ma, la sonata per flicorno contralto segna un insolita eccezione.
L’opera si sviluppa attraverso la forma barocca della sonata da chiesa; un codice Morse, appare nel secondo movimento. Dopo il terzo movimento, il flicornista e il pianista recitano una poesia scritta dal compositore, che viene rappresentata musicalmente nel movimento finale.
La sonata si evolve in una versione “alterata” della sonata da chiesa barocca (lento – veloce – lento – veloce) in 4 movimenti:
I Ruhig bewegt, II Lebhaft, III Sehr langsam, IV Lehaft
Il primo movimento, Ruhig bewegt, è un breve e malinconico preludio, che dà un tono di nostalgia pastorale a cui Hindemith tornerà in seguito. All’improvviso irrompe un vigoroso secondo tempo Lebhaft dove il sassofono (o flicorno) e il pianoforte si scambiano il tema primario. La musica ondeggia in un tema contrappuntistico metricamente irregolare come vedremo più avanti. Dopo che gli strumenti sembrano inciampare in un momento di inerzia, il tema di apertura porta il movimento a un finale più convenzionale.
Il movimento lento, Sehr langsam, è molto lirico, basato su due idee contrastanti. L’ultimo tempo, Lehaft, inizia con la poesia The Posthorn (Dialogue) di Hindemith, dove l’esecutore dovrà leggerla prima di suonare, e verrà rappresentata musicalmente nel finale. Il testo collega il suono del Sassofono (o flicorno) al lontano passato, evocando un “desiderio pallido e malinconico”. Il pianista quindi suona delle figure rapide che evocano “confusione, fretta e rumore”; il sassofonista risponde con una melodia molto lirica, richiamando lo stato d’animo del primo movimento, ma in maniera più estroversa. La melodia “confusa” del pianoforte si intreccia con il canto del sassofono, portando la sonata alla conclusione, in modo audace ed emozionante.
L’apparente passione di Hindemith per l’arte del gioco di parole dimostra l’ispirazione per gli enigmi e le anomalie che si trovano in questa sonata.
Lo scopo del prossimo articolo è svelare al mondo musicale come Paul Hindemith ha elaborato questa sonata.
Paul Hindemith – Sonata per sassofono contralto (MIb) e pianoforte (1943) – parte 2 —>