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Produzione per chitarra di Joaquìn Rodrigo

Prima di conoscere il rapporto che Joaquìn Rodrigo ha avuto con la chitarra, ti consiglio di dare uno sguardo a questo articolo, affinché possa conoscere quale era la situazione della chitarra agli inizi del ‘900: La rinascita della chitarra nel ‘900. In caso contrario continua a leggere.

Produzione per chitarra sola

A differenza di altri compositori come Ponce o Castelnuovo-Tedesco, Rodrigo inizia la sua produzione chitarristica indipendentemente da Andrés Segovia. Nel 1926, a venticinque anni, scrive la sua prima composizione chitarristica. L’opera, dedicata a la vihuela de Luis de Milan, si intitola “Zarabanda Lejana”, e manifesta quei tratti compositivi caratteristici che Rodrigo manterrà in futuro senza sostanziali evoluzioni. A quell’epoca Rodrigo andò a Parigi con il suo nuovo brano, ma i chitarristi non gli prestarono alcuna attenzione, ad eccezione di Emilio Pujol (1886 – 1980) e di Regino Sainz de la Maza (1896 – 1981). Di Emilio Pujol Rodrigo dice:

Era l’anno 1926 quando ebbi la fortuna di conoscere Emilio Pujol. Avevo appena finito la mia prima composizione per chitarra, la Zarabanda Lejana, che più tardi Pujol avrebbe pubblicato nella sua collana presso le edizioni Max Eschig. Egli ebbe per la mia opera parole calorose e di incoraggiamento che avrebbero molto influenzato la mia futura musica per questo strumento1.

Per quanto riguarda Sainz de la Maza, ecco come Joaquìn Rodrigo racconta il loro primo incontro:

Il nostro primo incontro risale agli anni Venti, quando io avevo l’abitudine di fare di tanto in tanto una scappata a Madrid. Durante quel primo incontro ricordo che gli mostrai la mia Zarabanda Lejana che avevo appena composto insieme a una lettera entusiasta del patriarca del chitarrista Llobet, quasi contemporaneo del leggendario Tàrrega. Con mio grande piacere, Regino inserì quest’opera nel suo repertorio e così la nostra amicizia si consolidò2.

Regino Sainz de la Maza

Sainz de la Maza, dal canto suo, stava portando avanti il suo progetto di creazione e diffusione di un nuovo repertorio per chitarra con l’ausilio della più importante casa editrice spagnola: la Union Musical Española. La serie di edizioni si sarebbe dovuta completare con alcuni brani di diversi autori, tra cui la Tocata para guitarra di Rodrigo, terminata nell’agosto del 1933, ma per vari motivi (tra i quali le numerose tournées di Sainz de la Maza e lo scoppio della guerra civile) questi pezzi non furono mai pubblicati nella collana “Biblioteca de Musica para guitarra” di cui Regino si stava occupando.

Regino Sainz de la Maza

Con il passare del tempo Sainz de la Maza tornò nuovamente a sollecitare Rodrigo a comporre una nuova opera per chitarra per i suoi concerti, così egli scrisse la sua terza composizione per chitarra, En los Trigales. Il brano ebbe molto successo, inaugurando quella stagione compositiva che innalzò Rodrigo a compositore di chiara e meritata fama mondiale.

La “Suite Immaginaria”

En los Trigales è il primo dei cinque pezzi che costituiscono quella che Joaquìn Rodrigo ama chiamare la sua “suite immaginaria”, sotto il nome di “Por los campos de España”. Ognuno di questi brani trae ispirazione da un paesaggio o da una regione della Spagna: En los Trigales ricorda la danza che premia il duro lavoro del raccolto, evocando la regione Castilla de Vieja; “Junto al Generalife” celebra il palazzo e i giardini dove un tempo i re di Granada amavano soggiornare, alle pendici del Cerro del Sol; “Bajando de la Meseta” si riferisce all’altipiano situato nella regione di Castilla la Nueva; “En Tierras de Jerez” si ispira alla danza flamenca “peteneras”, una tipologia di flamenco con testi tristi e malinconici, evocando la regione di Jerez de la Frontiera; infine, “Entre Olivares” ricorda la Spagna meridionale, pervasa dall’aroma degli ulivi.

Altre composizioni e dediche

Tra gli autori del ‘900, Joaquìn Rodrigo è di certo quello che meno operò in stretta collaborazione con Andrés Segovia. Infatti, gli unici pezzi che gli dedica sono i “Tres Piezas Españolas” e la “Fantasia para un Gentilhombre” per chitarra e orchestra.

Ispirandosi alla vihuela del XV secolo, Rodrigo scrive il brano “Tiento Antiguo”, e dedica a Renata Tarragò (1927 – 2005), la prima chitarrista donna a registrare il Concierto de Aranjuez, la “Sonata Giocosa”, la prima sonata per chitarra che scrive. La seconda e ultima è “Sonata a la Española”, scritta nel ‘69.

Nel 1961 Joaquìn partecipa all’”International Guitar Cup”, così rivisita un brano scritto pochi anni prima per Sainz de la Maza, “Invocaciòn y Danza”, e vince il primo premio. L’opera, in omaggio a Manuel de Falla, comprende citazioni da “El Sombrero de Tres Picos”, “El amor brujo” e “Hommage a Debussy” del compositore.

Hommage a Debussy

Sentendo la necessità di scrivere alcuni pezzi per chitarristi studenti, Rodrigo scrive i “Tres Pequeñas Piezas”: “Ya se van los pastores” si ispira a un antico canto natalizio spagnolo; “Por los caminos de Santiago” ricorda il centro storico di Santiago de Compostella; “Pequeña Sevillana”, ispirato al repertorio flamenco, potrebbe evocare la grazia e la sfrontatezza di una giovane ragazza di Siviglia.

Nel 1971 scrive “Elogio de la Guitarra” dedicandola al chitarrista e musicologo Angelo Gilardino, e l’anno successivo, toccato dallo stupore per un volo di rondini, compone, sotto commissione del Dr. Isao Takahashi (un promotore della chitarra in Giappone) per la moglie Take Takahashi, “Pajaros de Primavera”, celebrando la primavera.

Il 1987 è la data della sua ultima composizione per chitarra: “Dos Pequeñas Fantasis” (“Ecos de Sefarad” e “¡Qué Buen Caminito!”)

Produzione con chitarra

Joaquìn Rodrigo, per indole o decisione, non si è mai avvicinato alla musica da camera “pura”. Escludendo le opere con l’orchestra, nella sua produzione compositiva non ha mai scritto per più di due strumenti (nessun trio, quartetto, ecc.). Riferendoci sempre alla chitarra, cinque sono le formazioni in cui è presente il nostro strumento: chitarra e flauto, chitarra e violino, chitarra e voce, due chitarre, flauti, bandurrias e chitarre.

Chitarra e voce

Da buon appassionato di letteratura, decide inizialmente di unire la chitarra con la voce: nel 1935 scrive “Coplas del Pastor Enamorado”, mettendo in musica un testo dall’opera La buena guarda dello scrittore e poeta spagnolo del ‘500 Lope Félix de Vega Carpio; in seguito realizza una versione di tre delle dodici canzoni spagnole per pianoforte e voce (“De Ronda”, “Adela”, “En Jerez de la Frontiera”) con il titolo di “Tres Canciones Españolas”. Sempre da testi dalla letteratura e dalla tradizione spagnola, vengono alla luce i “Tres Villancicos”, “Romance de Durandarte”, “Folias Canarias” e, con la musica del secondo tempo del Concierto de Aranjuez, “Aranjuez, ma Pensée”.

Altre formazioni

L’unico lavoro per chitarra e flauto che realizza è “Aria Antigua”, originale per pianoforte e flauto, e per chitarra e violino scrive “Serenada al Alba de Dia” e “Set Cançons Valencianes”.
Nel ’59 e nel ’65 compone “Tonadilla” e “Fandango del Ventorrillo” per due chitarre.
Infine, nel ’62 compone un brano, intitolato “Estudiantilla”, per chitarre, flauti e bandurrias 1 e 2, strumento cordofono di origine spagnola, simile al mandolino, e usato principalmente nella musica popolare.

Il ruolo della chitarra nelle formazioni

Tranne che nei duetti per due chitarre, in tutti questi lavori la chitarra ha il ruolo di accompagnare la melodia con l’abituale armonia cromatica che spesso Rodrigo utilizza (quindi piena di dissonanze), con ritmi e tecniche spagnoleggianti (rasgueados, alternanze tra duine e terzine, ecc.) sotto melodie più ritmiche (come, ad esempio, Folias Canarias), e con tappeti armonici e contrappunto per melodie più lente o malinconiche (come, ad esempio, Aria Antigua).

Chitarra e orchestra

Il Concierto de Aranjuez

Il Concierto de Aranjuez è il primo concerto per chitarra e orchestra composto da Rodrigo, nonché la sua opera più famosa. Scritto all’inizio del ’39 e dedicato a Regino Sainz de la Maza fu eseguito per la prima volta a novembre del 1940 dal dedicatario al “Palau de la Mùsica” di Barcellona, ma inizialmente, nonostante il grande successo di pubblico e critica, venne accantonato dai chitarristi dell’epoca, vista l’enorme complessità tecnica che l’esecutore doveva affrontare3. Fu poi ripreso dal chitarrista Narciso Yepes nel 1947, il quale ne fece due prime registrazioni: una in mono con la Madrid Chamber Orchestra (rilasciata tra il 1953 e il 1955) e una in stereo con l’Orchestra Nazionale di Spagna (pubblicata nel 1959 per la Deutsche Grammophon).

La Fantasia para un Gentilhombre

Nel 1952 Segovia, ormai riconosciuto come il più grande chitarrista del secolo, rientra in Spagna, da dove era fuggito nel 1936 a causa della guerra civile spagnola. Molti speravano in un sodalizio tra il chitarrista e Joaquìn Rodrigo, due celebrità nazionali che non potevano assolutamente trascurarsi. Infatti, l’incontro avvenne nel 1954, anno in cui Rodrigo dedica a Segovia i “Tres Piezas Españolas” per chitarra sola e la “Fantasia para un Gentilhombre” per chitarra e orchestra. È grazie a Segovia che Rodrigo riscopre l’interesse per la chitarra, che dopo il successo del Concierto de Aranjuez si era spento.

Nella Fantasia Rodrigo si ispira ad alcuni pezzi di Gaspar Sanz (1640 – 1710), pubblicati nel 1674 sul suo metodo per la chitarra spagnola intitolato Instruccion de mùsica sobre la guitarra española y metodo desde susu primeros rudimentos hasta tanerla con destrezza. Nei quattro movimenti che la compongono, le melodie di Sanz, rielaborate nell’ampio spazio sonoro creato dall’orchestra, sono sempre chiare e riconoscibili.

Concierto Madrigal, Concierto Andaluz e Concierto para una fiesta

 Nel 1966, su richiesta dei chitarristi francesi Alexandre Lagoya e Ida Presti, scrive il Concierto Madrigal per due chitarre e orchestra, nel quale incorpora, con brillanti variazioni, la melodia del madrigale “Felices ojos mios” (Felici occhi miei) del compositore fiammingo Jacques Arcadelt, forse un inno a quella felicità dello sguardo che va oltre la materialità del vedere a lui preclusa.

L’anno successivo, fortemente influenzato dagli stili musicali impressionisti e barocchi, scrive il “Concierto Andaluz” per quattro chitarre e orchestra, commissionato dal chitarrista spagnolo Celedonio Romero ed eseguito dalla famiglia Romero.

L’ultimo concerto per chitarra e orchestra che ha composto è il “Concierto para una fiesta”, nato da una richiesta da parte dei coniugi americani McKay per festeggiare il raggiungimento della maggiore età delle loro figlie Alden Elisabeth e Lauri Ann.

1 Juan Riera, Emilio Pujol, Lérida, Istituto de Estudios Ilerdenses, 1974, p.7.
2 Joaquìn Rodrigo, Mi vieja fraternal amistad con Regino Sainz de la Maza, s.l, Ritmo, gennaio 1982, p.20.
3 Nonostante le richieste di Rodrigo, Segovia non suonò mai questo concerto: lui sosteneva che, a causa delle note troppo acute, la chitarra veniva trattata come un mandolino. Neanche la libertà datagli dal compositore di cambiare tonalità a suo piacimento bastò affinché lo eseguisse.

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